Bio: attenzione alle truffe!
In un precedente articolo abbiamo già preso in considerazione l’importanza di soddisfare le esigenze dei clienti, anche dei più esigenti, in termini di sicurezza e igiene alimentare, assicurandoci scelte assolutamente certificabili quando si parla di fornitori.
Un altro tema caldo, che appassiona e indirizza le scelte del cliente oggi è quello del Bio: sovente alla base della scelta di un locale da parte del cliente c’è l’esigenza di sentirsi sicuro nel poter consumare alimenti provenienti da una filiera Bio, anche fuori dalle cucine domestiche.
Esistono ormai vere e proprie community in cui i consumatori si confrontano e si interfacciano condividendo la ricerca di ristoranti, bar e locali Bio, recensendoli e consigliandoli in un vero e proprio Tam Tam di grande efficacia.
Studi sulle scelte che portano il cliente a scegliere BIO riportano che:
1. il 51% degli intervistati sceglie il bio “perché è sano, perché fa bene”:
2. il 47% perché offre maggiori garanzie in termini sia di sicurezza che di qualità;
3. il 26% predilige i prodotti biologici per motivazioni ambientali perché non inquinano.
I clienti di oggi vogliono sapere cosa c’è nei loro piatti, sono diventati particolarmente attenti all’origine di quanto consumano, agli ingredienti presenti sull’etichetta e al metodo di produzione Bio: è perciò indispensabile poter certificare che i fornitori di cui ci fidiamo siano rispondenti a questi criteri.
In Italia gli scandali sulle falsificazioni alimentari hanno spinto inevitabilmente a fare un giro di vite per quanto riguarda i controlli sulla tematica Bio.
Uno degli scandali più clamorosi è stato messo a fuoco dalla trasmissione Report che, con la sua inchiesta sulla falsa certificazione biologica del grano duro, ha rivelato falsificazioni, enti di certificazione disonesti e conflitti d’interesse in un sistema che contraffaceva quantitativi ingenti di cereali. Varie vicissitudini hanno risvegliato le coscienze, specialmente l’evidenza di granaglie prodotte con uso di prodotti chimici nell’Europa orientale da aziende italiane poi certificate come biologiche e vendute in tutto il mondo.
Il mondo del Bio quindi è una giungla in cui districarsi, il Governo italiano ha perciò creato una barriera contro le truffe: ACCREDIA, l’Ente unico nazionale di accreditamento che valuta la competenza tecnica e l’idoneità professionale che assicura il valore e la credibilità delle certificazioni. Un certificato Bio è quindi valido se ,oltre al logo, presenta il codice di tracciabilità del certificato.
Alla luce di ciò sappiamo quanto sia importante scegliere con consapevolezza chi produce i prodotti che usiamo nei nostri locali. Cavalcare l’onda Bio? Certamente! Ma con la certezza di non avere sorprese.